L’Associazione

Quando nasce “PUNTOEACAPO” e perché?
L’associazione nata nel 2010, senza scopi di lucro, creata dalla volontà di genitori parenti e amici di persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare (DCA). Ha l’obiettivo di condividere e ampliare un certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione, ricerca e trattamento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Si propone di promuovere convegni, conferenze e altre attività di informazione e formazione nel campo sociale e scolastico.

Di cosa si occupa?
L’associazione si occupa della raccolta di fondi che possano essere destinati ai servizi ospedalieri e territoriali deputati alla cura di questo disturbo, di sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente ai DCA, di organizzare e finanziare attività di formazione su questo tema, di attivare e strutturare gruppi di auto aiuto, percorsi di prevenzione, studi statistici ed epidemiologici.

L’anoressia a Piacenza. Un fenomeno molto diffuso fra i giovani? In crescita, in questi ultimi anni?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un problema di salute pubblica in costante crescita nei Paesi industrializzati. I primi sintomi dei DCA insorgono in età evolutiva e, secondo la letteratura scientifica, il tasso di prevalenza tende ad aumentare, mentre l’età di insorgenza tende sempre più ad abbassarsi, coinvolgendo la fase della preadolescenza. I dati epidemiologici più recenti riportano che nei paesi occidentali la prevalenza lifetime dei Disturbi del Comportamento Alimentare (comprendenti anoressia bulimia e alcuni tipi di obesità psicogena come i BED binge eating disorders) nella popolazione generale si attesta attorno al 5%. In particolare, per l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, ovvero limitandosi solo alle forme a più diretto rischio per la vita, i dati epidemiologici a livello internazionale indicano, sempre nei Paesi industrializzati, una prevalenza tra le adolescenti e le donne adulte dell’1-3% per la bulimia nervosa e dello 0,5-1% per l’anoressia nervosa, mentre le forme subcliniche, caratterizzate da un minor numero di sintomi rispetto ai due quadri clinici principali, colpiscono il 6-10% dei soggetti di sesso femminile. Le donne con anoressia in Italia secondo Eurispes (1999) sono circa 25.000; quelle con bulimia circa 100.000. Non va inoltre sottovalutato che la prevalenza effettiva della malattia potrebbe anche essere maggiore rispetto a quella registrata, a causa del dato sommerso o delle forme non diagnosticate che potrebbero raggiungere anche il 50%.

A Piacenza i dati sono in linea con quelli Nazionali.
I disturbi alimentari se non trattati in tempi e con metodi adeguati, possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte. I tassi di mortalità per DCA sono elevati, è la malattia psichiatrica con tasso di mortalità più elevato; le patologie di tipo anoressico e bulimico rappresentano la seconda causa di morte tra gli adolescenti di sesso femminile, dopo gli incidenti stradali.

In quali reparti ospedalieri sono seguiti queste pazienti?
Per quanto riguarda la cura della componente organica presso il nostro Ospedale le pazienti in età pediatrica sono seguite presso l’UO di Pediatria, per le Ragazze più grandi, dai 17/18 anni il riferimento è l’UO di Nutrizione Clinica (Medicina ERI) ; è presso quest’ultima che prestiamo la nostra azione di volontariato, per quanto riguarda gli aspetti psicologici la presa in carico è effettuata dalla Neuropsichiatria Infantile, dalla Psichiatria Adulti e dal Sert di Cortemaggiore.

Traguardi-risultati raggiunti da “PUNTOEACAPO” in questi anni?
Grazie al prezioso contributo dell’associazione attualmente sono stati raggiunti importanti traguardi, tra i quali:

l’inserimento di una psicologa/psicoterapeuta con formazione specifica in terapia familiare, che si affianca al lavoro degli altri operatori (medico internista e dietologa) all’interno dell’attività ambulatoriale della medicina ERI
l’attivazione di un servizio di pasto assistito dedicato, gestito da volontari insieme ad infermieri, che sono soci dell’associazione, che si affianca ad altre attività di cura all’interno degli ambulatori DCA.
Rimangono ancora importanti risultati che l’associazione può raggiungere, anche attraverso l’aiuto della comunità locale.